giovedì 23 luglio 2009

E non se ne vogliono andare....

Ed eccoci ancora a "casa", questa volta utilizzata come base di partenza per brevi visite al centro-nord del Nicaragua: Masaya, Leon e la spiaggia di Las Penitas, Matagalpa, Los Pueblos Blancos e la stupenda Granada.
La generosità ed il perfetto savoir faire di Debora ed Andrea ci hanno permesso di poter esplorare questa parte del Paese piuttosto vicina a Managua risparmiando un mucchio di cordobas (la valuta nicaraguense 20 cordobas=1 USD).
Nel frattempo abbiamo avuto modo di conoscere per la prima volta una vera e propria comunità di stranieri in terra straniera partecipando a qualche evento "mondano" insieme ai padroni di casa.
Anche se piuttosto nuovi dell'ambiente, si sono trasferiti a Managua nel Gennaio scorso, Andrea e Debora sono già molto inseriti nella variegata "comunità internazionale" di Managua. Lei infatti lavorando per la Commissione Europea è sempre in contatto con moltissime persone provenienti da tutto il mondo.
Che strana sensazione partecipare ad una cena dove tutti commensali, piu' o meno nostri coetanei, hanno già vissuto parecchi anni nei posti più improbabili (Vietnam, Mozambico, Perù, etc.) e ne parlano come se fosse la cosa più naturale del mondo. Se penso a mia madre che quando guarda gli annunci delle case in vendita per il suo bambino seleziona solo quelle a meno di 800 metri da Via Leonardo da Vinci mi viene un po' da ridere....
Abbiamo conosciuto persone veramente interessanti che per seguire il proprio sogno di lavorare in un ambiente senza dubbio molto stimolante hanno rinunciato alla vicinanza della famiglia e degli amici della gioventù. Scelte coraggiose che ci lasciano molti interrogativi e poche certezze, una di queste è che un Paese come l'Italia, regno delle lobby e del corporativismo, avrebbe ben poco da offrire a giovani professionisti così preparati ed intraprendenti.

P.S.: un saluto speciale a Paz e Rodolfo: le prime facce amiche incontrate a Managua!
P.P.S. per Paz: Que viva Malaga!

Casa dolce casa, ovvero il letargo del viaggiatori.

A Managua abbiamo avuto l'immenso piacere di essere ospitati a casa di Andrea, Debora e Zoe, la loro dolcissima bimba di 2 anni e mezzo. La loro casa è stupenda: una villetta di due piani con giardino privato e tanto di piscina. Fra l'altro quando arriviamo i padroni di casa sono in vacanza negli Stati Uniti quindi per quasi una settimana siamo rimasti soli soletti in questo vero e proprio sogno ad occhi aperti...
Non potete immaginare cosa voglia dire, dopo quasi sei mesi di viaggio, avere a disposizione una libreria, un impianto stereo, una cucina con tutte le cosine al posto giusto.... Un vero e proprio delirio sensoriale: per 5 giorni non siamo praticamente usciti di casa (tranne che per un paio di capatine al vicino supermercato) ciondolando come bradipi tra l'amaca matrimoniale del patio ed il divano (e chi se lo ricordava più il divano!). La Robertina ha rispolverato le sue ricette perdute e si è messa a sfornare pizza e torte allo yougurt...
In altre parole il nostro spirito avventuriero ha subito la più grande botta morale dal giorno della nostra partenza ed il sottoscritto ha recuperato in un attimo gran parte dei kg così duramente perduti sulle Ande peruviane: una vera e propria Caporetto del backpacker! Ma non temete prima o poi riusciremo a scollare il sedere da questo paradiso per tornare, come cantavano gli indimenticabili Rockets, on the road again!

lunedì 20 luglio 2009

Sei mesi e non sentirli....

Ebbene si': sono passati ben sei mesi dal giorno della nostra partenza. La freddissima Milano, la citta' da cui siamo partiti, e' cosi' lontana, ma il tempo trascorso in viaggio e' letteralmente volato via! Sembra ieri che passeggiavamo per le strade affollate di Buenos Aires, che scalavamo le dune del deserto di Atacames, che incrociavamo gli intensi sguardi della gente andina, che ci crogiolavamo al sole caraibico delle spiagge messicane... Wish you were here!

martedì 14 luglio 2009

Denghiu´!

Carissimi amici vicini e lontani, grazie mille per gli auguri di buon compleanno!
Adesso prendero´ nota di chi si e´ ricordato e di chi no... Per i cattivi della lista c´e´gia´ pronto un bel souvenir costaricense fatto con un stupenda accozzaglia di conchiglie incollate con il Vinavil.
Un abrazo muy fuerte para todos!

domenica 5 luglio 2009

Nicaragua: che fine ha fatto la revolucion?

Arriviamo a Managua in una caldissima sera di giugno: all'aeroporto ci aspetta il fidato Jose' Alfredo, un taxista che ci e' stato gentilmente inviato da Andrea e Debora, due amici italiani che vivono nella capitale e di cui vi parleremo nelle prossime puntate.
L'impatto con la citta' e' deprimente: Managua e' un'immensa distesa di modestissime abitazioni ad un piano, qui i terremoti si fanno sentire spesso e volentieri, percorsa da stradoni a due corsie perennemente ingombri di automezzi (i piu' numerosi sono gli school bus statunitensi di 30/40 anni fa ora utilizzati come principale mezzo di trasporto pubblico).
Il centro storico della citta' non esiste o meglio, dopo il terremoto del 1972 che ha raso al suolo mezza citta', la cosiddetta "zona monumentale" non e' stata piu' ricostruita: simbolo di questo stato di abbandono e' l'antica cattedrale tutt'ora transennata e pericolante.
Ma cio' che colpisce davvero la mente ed il cuore di ogni visitatore e' l'estrema miseria che regna nella capitale e, come scopriremo successivamente, nell'intero Paese. Esempio lampante ne e' la grande baraccopoli che sorge proprio a meno di un chilometro dall'ex centro storico, vero e proprio monumento vivente alla poverta'.
Eppure nel 1979 qui c'e' stata una delle piu' "belle" rivoluzioni del secolo: dopo decenni di dittatura da parte della sanguinaria famiglia Somoza il FSLN (Fronte Sandinista de Liberation National) riusci' a conquistare il potere con l'obbiettivo dichiarato di ristabilire la giustizia sociale e ridare dignita' a quei milioni di nicaraguensi che vivevano in stato di completa indigenza.
Purtroppo molti degli intrepidi rivoluzionari di allora sono diventati i corrotti amministratori del potere di oggi, un potere assoluto gestito in modo arbitrario e nel totale disprezzo delle regole democratiche. Basti pensare che dopo le ultime elezioni amministrative di Novembre 2008, palesemente "rubate" dal FSLN, gli Stati Uniti hanno interrotto qualsiasi erogazione di aiuti finanziari al Paese.
Ed eccoci qui a guardare gli immensi cartelloni pubblicitari che glorificano il trentesimo anniversario della revolucion, grotteschi paravento che non riescono ad occultare la misera fine di un bellissimo sogno.

P.S.: Il Nicaragua e' il secondo stato dell'America centrale per poverta', dietro soltanto alla martoriata Haiti

sabato 4 luglio 2009

The Mexican wedding








Alcuni di voi si saranno chiesti chi cappero sono Christian e Cathy? Due finanziatori del viaggio? I famosi "zii d'America"? Molto semplicemente due grandi amici statunitensi che hanno avuto la brillantissima idea di convolare a giuste nozze in quel di Playa del Carmen e per darci la possibilita' di partecipare al loro matrimonio (il sottoscritto in qualita' di testimone dello sposo) ci hanno gentilmente offerto il volo Quito/Cancun/Managua.
Il giorno delle nozze e' stato veramente indimenticabile! Innanzitutto parliamo della location visto che per noi due abituati agli ostelli con i muri sgarruppati e la cucina in comune varcare la soglia del resort a cinque stelle in cui si sarebbe svolta la festa e' stato piuttosto surreale. Naturalmente da bravi barbonazzi ci siamo presentati alle 8.30 del mattino in modo da non perdere neppure una delle fantastiche opportunita' offerte dalla magica formula all inclusive.
La giornata e' trascorsa velocissima tra un breakfast all'americana, un salto in piscina sorseggiando margaritas ed un pranzetto a buffet con elegantissimi camerieri che si premuravano di riaccompagnarti al tavolo reggendoti il piatto..... io e la Roberta ci sentivamo come due extraterrestri capitati li' per sbaglio, ma tutti gli altri sembravano non accorgersene pertanto e' stato veramente fantastico!
Nel pomeriggio, all'ombra di un grande gazebo in riva all'oceano, si e' svolta la cerimonia, un rito molto semplice ed informale, infradito ai piedi per gli sposi e camicia fuori dai pantaloni per l'emozionatissimo testimone dello sposo.
La Robertina era stata nel frattempo ingaggiata come "fotografa non ufficiale" del matrimonio ed ha cercato di cogliere qualche bella situazione in un bianco e nero d'antan.
Dopo una succulenta cena a base di T-bone steak e gamberoni abbiamo finito la giornata nella piccola discoteca dell'hotel cercando di buttar giu' il cinquantesimo margaritas della giornata....
Non c'e' stato verso di occultare la nostra presenza in qualche anfratto dell'immenso resort e qualche minuto prima di mezzanotte, novelli Cenerentoli, un malefico taxi messicano ci ha portato via da questo paradiso per ributtarci nella "dura" quotidianita' di noi backpackers..... domani e' un altro giorno!