venerdì 29 maggio 2009

La pesca, n'hoby un sport







Dopo questo doveroso omaggio al mitico Afro Carboni andiamo a raccontarvi la nostra seconda tappa marinara dell'Ecuador: Puerto Lopez, un paesino di pescatori situato circa ad un'ora di bus a nord di Montañita.
Ci siamo fermati solo un paio di giorni ma abbiamo fatto in tempo a partecipare ad una stupenda escursione in barca di circa 5 ore: abbiamo fatto snorkeling insieme ai pesci tropicali ed abbiamo pescato il nostro pranzo! Avete mai sentito parlare del ceviche? E' uno dei piatti piu' diffusi dell'intero Sud America e consiste in una semplicissima preparazione di pesce crudo (e/o molluschi e/o crostacei) marinato in succo di limone e con l'aggiunta di qualche fettina di cipolla, cilantro (una sorta di prezzemolo sudamericano con un gusto molto forte) ed un pizzico di sale e peperoncino.
Per mangiarlo in tutta tranquillita' bisogna fidarsi cecamente del ristoratore che lo ha preparato visto che il pesce crudo potrebbe nascondere parecchie insidie oppure fare come noi ed andare direttamente a pescarlo!
La giornata e' stata ancora piu' speciale grazie alla presenza di Cristian e Verena, i due ragazzi cileni conosciuti a Montañita, che ci hanno raggiunto giusto in tempo per partecipare all'escursione pescasportiva.

sabato 23 maggio 2009

Messico e nuvole...


Good news: siamo arrivati in Messico ed i nostri telefonini hanno ripreso vita...
Le ultime puntate sull'Ecuador stanno arrivando, la redazione ha dei ritmi irrimediabilmente sudamericani...

Gli spiriti liberi di Montañita






Dopo un paio di giorni a Guayaquil, di cui non abbiamo nulla da raccontare, eccoci di nuovo al mare, questa volta sulla costa meridionale dell'Ecuador e piu' precisamente a Montañita.
Alcuni amici carignanesi ci avevano raccontato di un luogo veramente speciale, con un'atmosfera tutta sua fatta di freakkettoni, venditori di artesania, surfisti perennemente a piedi nudi, locali alla moda, disco-pub con musica a tutto volume e ristorantini per tutti i gusti. Noi ci siamo capitati in bassa stagione ma siamo riusciti ugualmente ad assaporarne l'essenza, fatta di un edonismo sfacciato controbilanciato da una rilassatezza fuori dal comune.
Ma il vero terno al lotto l'abbiamo vinto con la scelta del posto dove soggiornare: il Kundalini, un piccolo hostal che si affacciava direttamente sulla spiaggia composto da sei semplici cabañas con tanto di verandina ed amaca ed un bar/reception leggermente rialzato rispetto al livello del mare dove ogni giorno ci gustavamo una ricchissima colazione con vista oceano.
Per una settimana non ci siamo piu' infilati le scarpe ed abbiamo vissuto quasi 24 ore al giorno in costume e pareo (per la Robertina).
La possibilita' di fermarsi per un'intera settimana ci ha permesso inoltre di fare degli incontri indimenticabili con persone veramente speciali: con il passare dei giorni si e' venuta a creare una sorta di variegata comunita' multilinguistica nella quale era un vero piacere scambiare esperienze e punti di vista.
Ricordiamo Matias, surfista filosofo di Buenos Aires, Montserrat, madre ecuadoriana con un fisico da top model e la vita degna di una sceneggiatura hollywoodiana, Gaetano ed Andrea, lui barese di Bari e lei di Guayaquil, ex gestori di un bar a Barcellona e con un futuro tutto da inventare, Denis, neochirurgo plastico tedesco alle prese con le prime lezioni di surf.....
Alcune delle persone conosciute a Montañita sono diventati dei veri e propri amici che abbiamo avuto modo di conoscere ancora meglio in un'altra tappa del nostro viaggio: un saluto speciale a voi due, Cristian e Verena, adesso si' che abbiamo un buon motivo per tornare ancora una volta a Santiago!

domenica 17 maggio 2009

Cuenca: orgoglio ecuadoriano






La seconda tappa del nostro viaggio in Ecuador, dopo la moderna ed anonima Machala, e' stata Cuenca, un gioiello dell'architettura coloniale. La citta' e' stupendamente conservata e si respira un'aria di richezza e di sottile ostentazione: il turismo internazionale infatti ne ha fatto una meta irrinunciabile di chiunche visiti l'Ecuador trasformandola nella citta' con il piu' alto reddito procapite del Paese.
Al terminal dei bus ci fidiamo del simpatico Fernando che ci abborda in inglese con le foto del suo hostel: dopo 40 giorni di Peru' e di reiterati tentativi di "truffa" proviamo a verificare se gli operatori turistici ecuadoriani sono piu' seri.... un successo! A chiunque abbia in programma un giro da queste parti non possiamo che consigliare caldamente la "Posada Todos Los Santos", Calle Larga 3-42 y Machanca.
La citta' ci e' piaciuta molto ed anche se non abbiamo partecipato attivamente alla sua vita mondana offre tantissime opportunita' a chiunque volesse stare in giro tutta la notte. I prezzi di alcuni locali sono decisamente tarati sulle tasche dei turisti occidentali, ma si trovano anche molti posticini autentici dove per 0,90 USD vi potete gustare un delizioso tamales accompagnato da una bottiglietta di coca-cola.
Salutiamo Cuenca sotto la pioggerella intermittente che ci ha accompagnato per questi tre giorni e ci dirigiamo verso la piu' grande citta' dell'Ecuador: Guayaquil.

martedì 12 maggio 2009

Televisioni e respingimenti

Una delle esperienze piu' particolari che stiamo vivendo durante questo viaggio e' l'assenza della quotidiana dose di televisione. Certo ci sono state delle eccezioni, ma in linea di massima siamo riusciti piuttosto bene a "disintossicarci" dall'amato elettrodomestico.
Adesso siamo sulla costa settentrionale dell'Ecuador ed abbiamo trovato un posto decisamente eccezionale che per 25 USD al giorno ci offre: casetta indipendente in mezzo ad un giardino tropicale con cucina, due stanze da letto, bagno privato, terrazzino con l'amaca, piscina e TV via cavo. In poche parole ci siamo sistemati come due pascia', ma a quale prezzo? Sono bastati due giorni per annullare quattro mesi di astinenza e la colpevole si chiama RAITALIA, ovvero il canale che propina agli italiani all'estero un'accozzaglia di programmi delle tre reti RAI, una specie di grande Blob involontario.
Ieri ad esempio ci siamo gustati Milan-Juve in tempo reale (e senza dare un centesimo a Sky) e di seguito l'intervista di Fazio al figlio del commissario Calabresi, neodirettore de La Stampa. Come contrappasso pero' ecco arrivare il sinistro jingle del TG2 con l'immancabile corollario di notizie deprimenti sulla situazione politica italiana e le stupende dichiarazioni di Maroni e Buonaiuti (eccezionale comico berlusconiano che potrebbe risollevare in quattro e quattr'otto le sorti del Bagaglino).
Ma la notizia che ci ha veramente colpito e' stata quella dei cosiddetti "respingimenti" verso la costa libica dei barconi carichi di migranti africani. Dopo un attimo di sbigottimento ci siamo guardati in faccia ed abbiamo avuto per l'ennesima volta la conferma che questa Italia non ci rappresenta. E non sto parlando solo del governo e delle istituzioni, ma proprio del popolo italiano. Sono convinto infatti che una gran parte dei nostri connazionali tenga nascosta nel profondo del proprio cuore l'inconfessabile desiderio di respingere tutti gli stranieri a cannonate. Le vere minacce per il benessere del Bel Paese infatti non arrivano dalla mafia, dalla camorra e dalla 'ndrangheta ma dall'invasione dei clandestini....
Questo governo di sondaggisti e veline non ha fatto altro che dare voce alla paura primordiale del "diverso", naturalmente dopo aver creato ad arte il clima necessario con una campagna (dis)informativa degna dell'Oscar.
Sento gia' la voce di chi mi ricorda che venire in Italia per finire in un CPT e poi magari in mezzo alla strada non e' una gran conquista umanitaria. Certo, allora rimandiamoli in Libia! Li' certamente verranno trattati con i guanti bianchi e le donne non verrano toccate neppure con un fiore. Nessuno possiede la ricetta magica per mettere fine a questa piaga umanitaria, ma penso che la strada intrapresa dal governo italiano sia la piu' disumana, la piu' crudele, la piu' ingiusta. Mi rivolgo a voi, fieri rappresentanti di una societa' unirazziale che ormai esiste solo nei vostri sogni, vi vorrei vedere sul ponte di una nave della Guardia Costiera mentre state rimorchiando verso l'ignoto decine di persone disperate: avreste il coraggio di sostenere il loro sguardo?

martedì 5 maggio 2009

Dal Peru' all'Ecuador

Il viaggio di trasferimento tra questi due Paesi si svolge in modo piuttosto anonimo: facciamo ancora una breve sosta a Piura, bruttissima citta' del nord del Peru', per poi prendere un bus internazionale che ci portera' fino a Machala, la prima citta' di una certa dimensione nel sud dell'Ecuador e capitale incontrastata della coltivazione delle banane.
Una volta passato il confine il panorama cambia completamente: tutto e' verde e coltivato in modo intensivo. Arrivati in citta' sembra di essere tornati in Cile o Argentina: piu' pulizia lungo le strade e nei locali pubblici, maggiore cura nelle piazze, case piu' dignitose per gli abitanti. Sapevamo che l'Ecuador e' uno dei Paesi piu' poveri del Sud America quindi la prima impressione che abbiamo ricevuto e' stata davvero sconcertante, in positivo!
Adesso non resta che trovare un passaggio verso Cuenca, una citta' coloniali meglio conservate del Paese. Viste le ridotte dimensioni dell'Ecuador il tragitto che ci spetta non supera le quattro ore: una vera passeggiata di salute!

P.S.: da quando siamo entrati in Ecuador i nostri telefonini hanno magicamente smesso di funzionare quindi nel caso ci aveste inviato un SMS nelle ultime tre settimane.... sorry! Non appena torneranno a nuova vita vi faremo sapere.

domenica 3 maggio 2009

Trujillo e Huanchaco: finalmente mare!







Il giorno dopo la nostra fugace visita di Lima prendiamo un bus per il nord: questa volta viaggiamo con la luce del sole e dopo aver fatto un'adeguata scorta di pilloline miracolose per il mal d'auto. Arriviamo a Trujillo verso sera e ci sistemiamo in un bell'hostel a conduzione familiare.
Il pomeriggio successivo visitiamo il paesino di Haunchaco, meta di surfisti ed appassionati della tintarella. Arriviamo proprio all'ora del tramonto ed il posto ci incanta: una spiaggia lunghissima, un'atmosfera rilassata ed accogliente, la brezza del mare dopo un mese di Ande.... la nostra priorita' diventa trovare una sistemazione in paese, un'impresa non facile vista la concomitanza con la Settimana Santa: sembra che tutti i peruviani siano venuti in ferie a Huanchaco! Dopo un po di ricerca troviamo un posticino per le tre notti successive: adesso si' che ci sentiamo davvero in vacanza!

P.S.: forse quest'ultima frase potrebbe risultare piuttosto offensiva nei vostri confronti.... chiediamo pertanto scusa a chiunque abbia avuto il comprensibile desiderio di venire in Peru' e darci fuoco sul lungomare.....